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Savenkova Faina
Muori, Mostro!

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    Перевод пьесы Фаины Савенковой "Умри, чудовище" на итальянский язык

Autore Faina Savenkova

Muori, Mostro!

Un dramma in tre atti

Protagonisti:

Ekaterina, la figlia

Victoria, l"amica

Andrej, il patrigno

"Echafotovich" Aram Ashotovich ( il gioco di parole con "echafot"- "patibolo", nota del traduttore), il professore della tecnologia

Elena, la mamma

Kirill, il fratello

I Atto

Il Prologo

La stanzetta di Katia, la bambina è sdraiata sul letto. La Mamma ( accarezza i capelli della figlia che ha sei anni)- In un regno lontano lontano abitava una volta il principe coraggioso. Una volta vide il ritratto di una principessa bellissima del regno accanto e s"innamorò. L"amore del principe era talmente forte che pensava unicamente alla sua amata, non riusciva a pensare a nient"altro. Il principe non sapeva come dirle del suo amore, pensava che tutte le principesse bellissime fossero capricciose e piene di se. Nel frattempo il principe ha saputo del gessetto magico che faceva avverare tutti i desideri e si è messo in viaggio per andare in una terra lontana a cercare il gessetto miracoloso per poter scrivere il suo desiderio più importante. Alla fine ha trovato il gessetto magico, così un giorno la sua amata ha saputo dei sentimenti del principe coraggioso che abitava in un paese lontano, perché costui davanti a tutta la sua scorta ha scritto che amava la principessa più del cielo limpido e dell"acqua gelida della corrente, più dei canti degli uccelli e dei liberi soffi del vento. La principessa e il principe coraggioso sono rimasti a vivere insieme e non si sono mai più separati, perché il gesso miracoloso esaudiva solamente i desideri sinceri.

KATIA: Ma, il principe e la principessa sono te e papà?

LA MAMMA ( sorride): Si, cucciolo, e adesso dormi.

LA MAMMA da un bacio alla figlia e si mette a raccogliere le foto sparse sul letto. Prima di metterle nella scatola tira fuori un pezzettino del gesso, lo guarda, lo rimette nella scatola e lo ricopre con le foto.

EPISODIO 1

Dalla stanza di KATIA arrivano le urla- gridano i bambini. LA MAMMA e IL PATRIGNO arrivano correndo e vedono che LA KATIA da le botte al fratello sul braccio. LA MAMMA afferra il figlio che piange.

LA MAMMA: Cos"è successo? Ma possibile che non riuscite a stare un minuto senza i disastri? KATIA: indica il fratello

KATIA: Questo qua ha rubato la chiave della mia stanza. Guarda cos"ha fatto!

KATIA: indica la scrivania con tutti i cassetti buttati fuori, tutte le cose sparse, c"è la confusione totale. La bambina tira su il quaderno buttato per terra piangendo e lo fa vedere alla mamma.

KATIA: Guarda, mi ha pasticciato tutti i quaderni, cosa dico a scuola adesso?

LA MAMMA ( sorride): Dirai la verità, dirai che il tuo fratello più piccolo ha deciso di decorare i tuoi quaderni con i suoi disegni. KATIA: Così tutta la classe riderà di me! Ma mi prendi in giro, mamma?!

LA MAMMA: Smettila, Katia, sono sciocchezze, e non c"è bisogno di picchiare il piccolo! Kirusha sta ancora piangendo.

KATIA: Kirusha sta ancora piangendo? Ma se quando volevo prendere le mie cose al momento mi strappava i capelli!

LA MAMMA: Oddio, Katia, hai 12 anni! Ma davvero non capisci che Kirill è ancora piccino e non capisce che ti ha fatto male? Tu dovresti capire invece che non va bene picchiare un bambino!

KATIA: Eh quindi? Cosa vuol dire, che se ho 12 anni non mi fa male e quello ( indica il fratello) mi può picchiare?! IL PATRIGNO: Katia, finiscila con questo asilo nido! Si chiama Kirusha tra l"altro! Se non vuoi che entri nella tua stanza, chiudi la porta! Non penserai mica sul serio che un bambino di quattro anni ti abbia rubato le chiavi apposta per farti il torto?

KATIA ( tirando su col naso): ma le ha prese davvero dalla mia tasca! Quando eravamo seduti a tavola, durante la cena. E dopo ha fatto tutto questo ( guarda la stanza).

IL PATRIGNO: Ora basta, Katia, sei in castigo. Penso che avrai abbastanza tempo prima di Capodanno per pensare al tuo comportamento. Se così non fosse..

KATIA: Se così non fosse cosa?! Faresti meglio a mettere in castigo il tuo figlio. Chi sei per dirmi come mi dovrei comportare?

LA MAMMA: Smettila subito! Come ti permetti?!

KATIA: Mi hai insegnato tu a dire sempre la verità. Lui non è nessuno per me, come d"altronde non è nessuno nemmeno il suo figlio. Sono loro che hanno invaso la mia stanza e vogliono mettere le loro regole, non io. Perché dovrei stare zitta?

LA MAMMA: Come sono stufa, Andrej, caro, andiamo. Lasciala da sola con le sue regole.

LA MAMMA si gira e facendo passare il marito davanti esce, sbattendo fortemente la porta.

EPISODIO 2

La sera del 1 gennaio. La casa di villeggiatura. La famiglia torna a casa dopo la gita. Entrano, scrollando la neve di dosso.

KIRILL ( gettando la pallina di neve immaginaria addosso a papà): Bam!

IL PATRIGNO ( facendo finta di schivare la pallina): Oh, quasi quasi mi hai centrato!

Ridono tutti tranne la KATIA.

LA MAMMA: Katiusha, aiuta il fratello a spogliarsi mentre preparo il tè. KATIA: Perché sempre io?

Il PATRIGNO si avvicina al figlio e lo aiuta con i bottoni.

IL PATRIGNO: Kirusha, e se cercassimo di spogliarci da soli? Facciamo vedere alla nostra Ekaterina la Grande che siamo cresciuti e che non abbiamo bisogno di nessuno.

LA MAMMA: Katja, ma perché sei così malmostosa? Accendi la ghirlanda almeno, è festa! Guarda quanta neve ha portato il Nonno Gelo! E" un vero miracolo di Capodanno! Facciamo che anche le lucine colorate facciano parte di questo miracolo.

KATIA va ad accendere la ghirlanda.

KATIA ( parlando a se stessa): Certo, il Nonno Gelo...chissà perché credo di più alle lezioni di geografia che spiegano il perché nevica piuttosto che al Nonno Gelo. Se esistessero davvero i miracoli l"incidente stradale non ci sarebbe stato, e il mio papà sarebbe rimasto vivo e non avrei dovuto sopportare il patrigno con questo piccolo mostro che mi ha tolto anche la mamma.

LA MAMMA si avvicina al divano e prepara il tavolino di fronte per il tè.

LA MAMMA: Ecco, così va decisamente meglio.

KATIA si avvicina al tavolino, si prende la tazza, torna a sedersi vicino all"albero girando le spalle a tutti.

KIRILL si corica sul divano, mette la testa sulle ginocchia del padre.

LA MAMMA accarezza le gambe del bambino e lo guarda sorridendo. Poi se ne accorge che non c"è la KATIA vicino a lei.

LA MAMMA: Uccellino mio perché non stai qui insieme a noi?

КATIA: Voglio vedere "le particelle del miracolo"- non sia mai che almeno un desiderio irrealizzabile si avveri....e tu sarai vicino a me...

LA MAMMA ( alzando non appena la voce in modo che la KATIA senta: Katiusha, mi posso mettere vicino a te sul divano? Mi son stancata oggi..

IL PATRIGNO: Ragazze, fate piano! Kirya si è addormentato.

LA MAMMA (con dolcezza): Poverino, è stanco anche lui.

LA MAMMA vuole accarezzare il figlio e gli passa la mano sulla fronte.

LA MAMMA: Ma scotta! EPISODIO 3 La casa di villeggiatura, la sala.

LA KATIA non sa ancora della malattia del fratello, guarda estasiata le luci della ghirlanda. KIRILL è sdraiato sul divano, i genitori gli rimangono a fianco.

LA MAMMA ( tocca la fronte e le mani di Kirill): Dio mio, ma com"è possibile? Andriusha, portami il termometro e qualcosa per far scendere la febbre, e poi... IL PATRIGNO ( abbraccia la moglie): Lena, calmati, va bene? E" solo la febbre. Andrà tutto bene. Torno subito.

IL PATRIGNO esce.

LA KATIA si accorge della confusione e si avvicina alla mamma.

KATIA: Tutto a posto?

LA MAMMA: Kirusha si è ammalato. E non abbiamo nemmeno tutti i farmaci.

Torna IL PATRIGNO con la cassetta delle medicine.

IL PATRIGNO (passa alla moglie il termometro) Tieni. Abbiamo anche qualcosa per far scendere la febbre e le caramelle contro la tosse ( prende in mano la confezione delle pastiglie e lo sciroppo).

LA MAMMA: Kirusha, figliolo, svegliati che dobbiamo provare la febbre.

KIRILL (assonnato): Va bene...

LA MAMMA è seduta vicino al figlio, IL PATRIGNO rimane in piedi accanto.

IL PATRIGNO: Allora?

LA MAMMA tira fuori il termometro, lo guarda, lo fa vedere al marito.

IL PATRIGNO: Chiamo l"ambulanza.

IL PATRIGNO esce dalla stanza col telefono. La KATIA si avvicina alla MAMMA mentre lei da la medicina a KIRILL.

KATIA: E" qualcosa di serio? Posso aiutare in qualche modo?

LA MAMMA: Si. ( Abbraccia la KATIA, e anche lei abbraccia la madre) Katiusha, grazie per essere qui. Dopo la storia di papà...... ho paura di tutto, anche delle sciocchezze...

IL PATRIGNO (rientra nella stanza visibilmente preoccupato): Dobbiamo arrangiarci da soli. Le strade sono coperte di neve, nessuna ambulanza ci arriva fin qui. Vado dai vicini, chiedo almeno di aiutarmi a pulire un po la strada. Ho chiamato anche i miei ragazzi ma sono già sovraccarichi, vedranno come aiutarmi. IL PATRIGNO si veste ed esce.

LA MAMMA: Uccellino, rimani con tuo fratello, devo preparare la borsa per l"ospedale.

LA MAMMA esce dalla stanza e la KATIA rimane da sola col fratello che dorme.

KATIA: Sono contenta sai che ti sei ammalato, mostro. Te lo meriti. La mamma si è dimenticata di me per colpa tua e di tuo padre. Solamente ora si è ricordata di me. Probabilmente i miracoli si avverano e sparite per sempre dalla nostra vita. Peccato che lei sentirà la tua mancanza, ma io le starò sempre vicina e non la lascerò mai, così smetterai di esistere per lei come una volta ho smesso io. Bisogna solo aspettare un po.

Atto II

EPISODIO 1

La stanza di KATIA . KATIA e VIKA giocano a Monopoli.

VIKA: Eh, non dormire! Tocca a te.

KATIA: ( tira i dadi) Ah, si.

VIKA: Cosa stai pensando, sei completamente assente!

KATIA: Niente, tutte sciocchezze.

VIKA: Dai, su, racconta tutto, sfigata. Hai perso una fabbrica, vedi.

КATIA: Capirai, per quello che mi serve! Tieni.

KATIA passa a VIKA la tessera.

KATIA: Tu ci credi ai miracoli?

VIKA: Oh, a momenti mi fai andare di traverso! Dove hai fatto in tempo a "miracolare"? Hai paura che il patrigno te le suona?

KATIA: No, sto parlando dei veri miracoli. Ti ricordi a Capodanno avevo espresso il desiderio di stare di nuovo insieme alla mamma? E poi il bambino è finito in ospedale. Ci sto pensando......non è che i desideri espressi a Capodanno si avverano? Nessuno ci darà più fastidio-a me e alla mamma.

VIKA: Capirai che bel miracolo. Si chiama Influenza e capita a molti. Soprattutto d"inverno.

KATIA: Ma smettila! Sto parlando seriamente. Si è ammalato improvvisamente, stava benissimo prima. Ha rotto le scatole per tutto il giorno, poi subito è stato male, l"ospedale, basta.

VIKA: Secondo me stai cercando le cose inesistenti, ma pensala come vuoi. Tanto la realtà è un"altra cosa.

KATIA: Come sempre riesci a tirare su di morale.

VIKA: E cosa avrei dovuto fare-darti la conferma che Baba Yaga e lo Stregone ( una specie di Befana che vive nel bosco e un personaggio di fiabe russe che possiede molti tesori e il segreto dell"immortalità- nota del traduttore) esistono? Che in questo momento stanno preparando i loro coltelli in cantina? Eh certo.

KATIA: Ma mica parlavo delle fiabe per i bambini!

VIKA: Ma che differenza c"è fra la Baba Yaga e i miracoli di Capodanno? Accenditi, l"alberello!

KATIA: Non lo so, probabilmente hai ragione... O dio, è tardi, non è che ti sgridano?

VIKA: Noo, i miei torneranno a casa fra due ore, non prima, anche se, credo che a loro non gliene frega niente di dove io possa essere.

KATIA: Perché lo pensi? Ti comprano quello che vuoi, in estate fate sempre i viaggi insieme.

VIKA: Siiii, insieme....ognuno per il conto suo alla fine. Ma comunque hai ragione, bisogna che vada.

VIKA se ne va, KATIA rimette il gioco nella scatola, lo mette via. Prende la scatola delle foto, tira fuori un pezzettino di gesso e lo guarda.

KATIA: Anche tu puoi essere magico come quello della fiaba della mamma.



EPISODIO 2

L"appartamento. Sta entrando IL PATRIGNO, LA KATIA è in sala, sta leggendo un libro.

IL PATRIGNO: Non vuoi chiedere come sta per esempio il tuo fratello? O vuoi rimanere in silenzio?

KATIA: Tanto me lo dirai comunque e io starò ad ascoltarti, non ho molta scelta.

IL PATRIGNO: Ho capito... Ma tu proprio non ce la fai a comunicare normalmente?

KATIA: C"è qualcosa che non va?

IL PATRIGNO: Tutto non va.

KATIA: E io cosa c"entro?

IL PATRIGNO: Non c"entri niente!

IL PATRIGNO ESCE E VA IN CUCINA.

IL PATRIGNO (grida): Katia, ti avevo chiesto di lavare i piatti!

KATIA (a bassa voce): Ecco, cominciamo...

KATIA mette da parte il libro e si alza dal divano.

KATIA: Eh va bhe, mi sono dimenticata. Il mio piatto l"ho lavato subito, e non sono una lavapiatti, non gridare.

PATRIGNO: Sai, nemmeno io sono una cuoca, ne una donna di pulizie. Ma come vedi la cena è pronta e tu non devi stare ai fornelli. Smettila di essere così infantile, siamo una famiglia, che tu lo voglia o meno.

KATIA: Appunto, non lo voglio affatto. Ma nessuno me l"ha chiesto, hanno deciso tutti a posto mio. Arrangiatevi da soli anche adesso!

PATRIGNO: Ora basta, Katia! Dobbiamo dare aiuto a Lena e Kirusha ora, non litigare e fare i bambini d"asilo!

KATIA: La mia mamma sta bene e pensaci tu al tuo figlio. Per me tu e lui siete nessuno!

IL PATRIGNO: Sei una piccola egoista! Rimarrai una settimana senza telefono, probabilmente ti entrerà qualcosa in testa!

KATIA: Fai pure! Non aspettavo nient"altro da te. Si capisce subito che sei il padre del piccolo mostro, riuscite solo a fare delle cattiverie!

KATIA si gira e corre nella sua stanza.



EPISODIO 3

La stanza di KATIA il giorno dopo, KATIA e VIKA ascoltano la musica e bevono del tè.

VIKA: Perché sei giù di morale? Tutti i tuoi stregoni non hanno trovato il loro posto nella vita reale?

KATIA: ha-ha, fa tanto ridere...

VIKA: E sul serio? Hai litigato di nuovo con il patrigno?

KATIA: Eh già. Indovina il motivo?

VIKA: Ma come faccio-voi non avete bisogno del motivo per litigare.

KATIA: Non è vero, il motivo c"è sempre. Stavolta mi son dimenticata di lavare i piatti.

VIKA: Ci siamo incontrati ieri sera davanti alla vostra porta, dalla sua faccia sembrava che i piatti sporchi li avesse già scaraventato fuori dalla finestra.

KATIA: E" sempre così d"altronde. Sono io ad essere rimasta senza il telefono e lui è di malumore. Evviva la giustizia! E tu perché hai la faccia di una a chi è appena scappato il suo cucciolo preferito?

VIKA: Idem- per colpa dei genitori. Mi hanno stufata. Li vedo di più in foto che a casa. Ma appena hanno un giorno libero-s"incomincia la tiritera: faccio tutto nella maniera sbagliata, ma nessuno sa quale sia quella giusta e nemmeno loro mi sa. Ad ogni modo non va bene come faccio io, il resto non conta.

KATIA: Tu almeno non hai un patrigno, è già una buona cosa.

VIKA: E che differenza c"è? Loro hanno bisogno di me solo per aver qualcuno con chi prendersela. O sono al lavoro, e rimango a casa da sola, oppure c"è come sempre qualcosa che non va, litighiamo e mi chiudo da sola nella stanza. Alla fine siamo solo io e te che ci vogliamo bene.

KATIA: Tutto questo è piuttosto triste.

VIKA: Ecco. Così saremo vecchie che nessuno vuole con 30 gatti attorno e ci metterermo ogni sera a spettegolare sulla panchina di fronte a casa.

KATIA: E" un ipotesi del futuro più stimolante che abbia mai sentito.

KATIA e VIKA ridono.

VIKA: Se credessi nei tuoi deliri dei miracoli, ordinerei qualcosa anche per me. Per esempio i genitori che non pensano solo a loro stessi e alle località turistiche per l"estate, oppure a come rifare gli interni della casa, a qualsiasi sciocchezza ma non a me. Non chiedo mica tanto, vero?

KATIA: Andiamo fuori, a giocare con le palline di neve?

VIKA: Andiamo, dai. Vince chi assomiglierà meno al pupazzo di neve alla fine!

KATIA: E io approfitto per controllare una cosa.

VIKA: Cos"è che ti passa per la mente?

KATIA: Aspetto a dirtelo, se no mi prendi in giro.

EPISODIO 4

Il giardino della scuola. Le bambine fanno le palline di neve e ci giocano.

VIKA ( si sottrae dalla pallina buttata dall"amica): E chi sarebbe fra noi una che non centra mai?

KATIA ( centrando l"amica in pieno con un altra pallina): Non certo io.

VIKA: Mi sa che sarò io il pupazzo di neve, ho già freddo.

KATIA: Bhe, se senti freddo non sei di certo tu il pupazzo- i pupazzi non si sono mai lamentati di freddo al momento.

VIKA: Non si son mai lamentati nemmeno per il caldo se è per quello....non avrebbero i mezzi per farlo. Si apre la porta e si affaccia Eshafotovich, il professore della tecnologia.

ESHAFOTOVICH: Ehi, tappette, state attente a non frantumarmi i vetri! VIKA: Buongiorno, Aram Ashotovich! Buon anno! Non si preoccupi, stiamo per rientrare a casa, fa troppo freddo!

KATIA: Dobbiamo bere un po di tè, per non ammalarci. ESHAFOTOVICH: Il tè ve lo posso offrire anch"io, sciocche.

KATIA: Volentieri! Ci pugliamo dalla neve un"attimo.

VIKA ( a bassa voce, afferrando la Katia per la mano) Cosa vuol dire?

KATIA ( a bassa voce): Te lo dico dopo, te l"ho detto. Cosa pensi-siamo qui per caso? E" andata meglio- ci ha invitate lui stesso!

EPISODIO 5

La cantina del guardiano. Eshafotovich mette sul tavolo tre tazze col tè caldo.

KATIA: Non mi aspettavo di vederla qui.

ESHAFOTOVICH: Si, è andata cosi, le Feste di fine anno, le vacanze, sono l"unico che potrebbe fare il custode della scuola sostanzialmente.

VIKA: Ma perché? Il guardiano si è ammalato?

ESHAFOTOVICH: No, no, per carità, cara. Lo sostituisco ogni tanto e basta.

KATIA: Caspita! Allora durante le vacanze e Lei a gestire tutta la scuola?

ESHAFOTOVICH: Si potrebbe dire così in effetti. Gestisco tutta la scuola a parte forse l"aula di geografia. Semenovna aveva fretta, ha chiuso la porta e si è portato via la chiave, poi non hanno controllato e hanno lasciato aperta la finestra, se il vento dovesse spalancarla del tutto non ci arrivo nemmeno con la scopa!

KATIA gira la tazza in mano poi l"appoggia.

KATIA: Posso chiederla una cosa?

ESHAFOTOVICH: Cosa sarà mai questa domanda terribile che vi ha fatte venire fin qui?

KATIA: Non è terribile, è solo un po buffa. Mia mamma quando ero piccola mi raccontava sempre una fiaba- c"era una volta un gesso magico che faceva avverare i desideri scritti sulla lavagna della scuola. Lei ha sempre tenuto un piccolo pezzetto del gesso in una scatola con le vecchie foto. Pochi giorni fa si è avverato un mio desiderio e ho iniziato a credere nei miracoli. Ecco perché voglio vedere se è vero che il gesso è magico, o succede solo nelle fiabe.

VIKA: Ancora? Non è più divertente, anzi- sei scocciante.

ESHAFOTOVICH: Bhe, se la persona vuole credere al miracolo non c"è nessuno che glielo potrebbe proibire. Ma se dovesse essere veramente così, potrai scrivere il desiderio giusto? Quello che sarà scritto non potrà essere modificato. Non hai paura di sbagliare?

KATIA: No, so quello che voglio. E poi non penso di credere veramente che il gessetto sia magico. Vorrei tanto crederlo, ma.... Non ho da temere nulla insomma.

ESHAFOTOIVICH: Аllora vai e scrivi. Eccoti la chiave della mia aula, andate. E non dimenticare le mie parole.

VIKA (parla a bassa voce, arrabbiata): Katia, ma ci credi veramente a tutte queste stupidaggini?

KATIA ( a bassa voce): Non lo so. Perché no, è meglio, piuttosto che non fare nulla e continuare a sopportare il patrigno col figlio. La mamma è sempre con loro, capisci, si è ricordata di me solamente quando il moccioso si è ammalato. Non me ne frega niente di cosa succederà a questo gnomo, voglio che la mamma stia con me. E anche papà. Voglio che torni, voglio una famiglia vera. Katia e Vika si avvicinano alla lavagna.

VIKA: Così subito- "Papà, torna a vivere"?

KATIA: No, certo. Bisogna verificare prima. Che desiderio potrei esprimere? Far rompere la macchina al patrigno? No, è da stupidi.

VIKA: E" tutta una stupidaggine, non so se te ne sei accorta.

KATIA: Ecco! ( pausa) Ho capito! Voglio che il patrigno mi chieda scusa. Non è mai successo e qui ci vuole veramente un miracolo. I grandi non chiedono mai scusa ai piccoli per i loro errori.

KATIA scrive con il gesso: "Chiedi scusa" e guarda come ha scritto.

KATIA: Non male! Non è certo la calligrafia perfetta ma nemmeno la solita gallina che scrive!



EPISODIO 6

Katia e Vika sono nella stanza di Katia.

KATIA: Immagina che il patrigno ieri sera si è scusato e mi ha ridato il telefono!

VIKA: Così su due piedi? Non ci credo.

KATIA mostra il telefono.

VIKA: D"accordo, ci credo. Come l"hai costretto a farlo?

KATIA: Ascolta, non ho costretto nessuno! Ieri serra è arrivato a casa e mi ha chiesto subito scusa. Ha detto che è preoccupato e che non ce la fa a fare tutto da solo.

VIKA: E tu?

KATIA: E io niente. Ci siamo messi d"accordo: lui cucina e io lavo i piatti. Non è un problema. La cosa più importante è che il gesso funziona, Vika! Avrò la mia famiglia e non ho più bisogno di nessuno!

VIKA: Ho capito... Una vera famiglia dunque. Mamma, papà e io-una famigliola felice. Quindi Vika in automatico diventa di troppo. Nessuno dovrà più asciugarti le lacrimucce. Avere la famiglia vera è diverso....Non si tratta più del patrigno e del fratello odioso, delle cose che puoi confidare solo a un"amica. E" molto facile diventare inutile per tutti da quello che vedo.

KATIA: Aspetta, Vika, ma io... VIKA: Io cosa?

VIKА afferra dal comodino il pezzettino del gesso e lo getta per terra con rabbia, il gesso si spacca.

KATIA: Che cosa hai combinato?!

VIKA: Ti ho liberato da un"idea folle.

KATIA: Ti odio! Sparisci! VIKA scappa, la Katia piangendo raccoglie i pezzi del gessetto.

Atto III

EPISODIO 1

Il giorno dopo. Il pianterreno dell"ospedale, KATIA guarda le bacheche, fa avanti e indietro nel corridoio. C"è gente che passa. Si avvicina Eshafotovich.

KATIA: Buongiorno! ESHAFOTOVICH: Buongiorno, piccoletta, sempre in movimento sei, anche tu sei qui?

KATIA: Già, e Lei è venuto a trovare qualcuno?

ESHAFOTOVICH: Si potrebbe dire anche così... E tu chi sei venuta a trovare?

KATIA: Ho il mio fratello in rianimazione. La mamma è li con lui.

ESHAFOTOVICH: E tu perché sei qui?

KATIA: Non mi fanno entrare, ma nemmeno vorrei, non gli voglio bene per niente. La mamma si occupa sempre di lui e a me non pensa nessuno. Non se ne accorgono nemmeno della mia assenza se non hanno bisogno di nulla.

ESHAFOTOVICH: Non dovresti dirlo.

KATIA: No, è la verità. Ecco perché avrei voluto capire se il mio desiderio potrebbe avverarsi oppure ha ragione la Vika e sono io che mi sono inventata tutto.

ESHAFOTOVICH: E sei riuscita a capirlo?

KATIA ( triste): Eh si. Ma il gessetto si è spaccato in mille pezzi perché Vika l"ha buttato per terra. Scema.

ESHAFOTOVICH: Siete amiche, perché la chiami così! Sai almeno perché l"ha fatto?

KATIA: No. E" rimasta male, ma io non ho detto niente di particolare. Ho solamente confidato che d"ora in poi posso di nuovo stare con i miei genitori.

ESHAFOTOVICH: Solo questo? Quindi la tua amica non vuole la tua felicità?

KATIA: Non ho idea, non so perché l"ha fatto. Probabilmente è invidiosa.

ESHAFOTOVICH: Probabilmente ha paura?

KATIA: E di cosa dovrebbe aver paura?

ESHAFOTOVICH: Probabilmente potrebbe aver paura delle stesse cose che fanno paura a te? E poi quello che rappresenta la felicità per una persona potrebbe spaventare un altro.

KATIA: Bhe, non voglio mica chiamare i clown dall"aldilà.

ESHAFOTOVICH: Quali clown?

KATIA: Lasci perdere. Ma come fa a spaventati la felicità di una persona a te cara? In che modo?

ESHAFOTOVICH: Per esempio una persona felice potrebbe dimenticare di tutti quelli che ha attorno.

KATIA: Ma come ha potuto pensare la Vika che io mi potrei dimenticare di lei e che la nostra amicizia sarebbe finita? Oddio, mi sa che sono io la scema, non lei. Sono io che ho detto che una volta che starò con mamma e papà non avrò più bisogno di nessuno.... Ma non intendevo che non saremmo più amiche, che non andremmo in giro insieme...

KATIA ( scappando via): La ringrazio tanto, corro subito da Vika e le parlo.

ESHAFOTOVICH ( a bassa voce, mentre la Katia corre via): Ecco, gli esseri umani....in tutti questi anni non hanno imparato ad ascoltarsi...

EPISODIO 2

L"appartamento della KATIA. Suonano alla porta. Katia guarda allo spioncino e apre subito la porta.

KATIA ( abbraccia la Vika): Perdonami! Non volevo offenderti.

VIKA : Scusami anche tu. Non ho spaccato apposta il gesso, è successo per caso...lo so che per te era importante. Le bambine entrano nella stanza della Katia.

KATIA: Sono andata da te per chiedere scusa ma non c"eri.

VIKA: Si, me l"hanno detto i miei. KATIA, mi dispiace davvero che non potrai esprimere questo tuo desiderio. Mi ero spaventata tanto all"idea di rimanere completamente da sola.

KATIA: Oggi all"ospedale ho incontrato Eshafotovich. Non so chi era venuto a trovare, abbiamo parlato un po. E" stato lui a dirmi che probabilmente la tua è stata la paura, non l"invidia. Sai, non avrei nemmeno pensato che si spiegava tutto così semplicemente.

VIKA: E" da stupidi. Una semplice paura ha complicato tutto adesso.

KATIA: Questo si....Vika, comunque saremo sempre amiche.

KATIA si avvicina al comodino e prende un piccolo pezzettino del gesso.

KATIA: Sono riuscita a recuperare un pezzo abbastanza grosso che dovrebbe bastare per un desiderio. Ecco. Allora, vieni con me? VIKA: Eh certo, siamo una banda! Andiamo domani da Eshafotovich a scuola?

KATIA: Già... Penso che sia tardi per oggi. Quindi-giochiamo di nuovo con le fabbriche e gli stabilimenti.

VIKA: Mha....secondo me sarebbe meglio fare qualche gioco al PC-almeno avresti una possibilità di vincere.

EPISODIO 3

L"appartamento. Molto tardi. Il PATRIGNO rientra a casa.

KATIA: Ho lavato i piatti ma non vedo la cena, gli accordi erano diversi.

IL PATRIGNO (stanco): Katia, ascolta, Kirusha è peggiorato. Se non fossi scappata dall"ospedale, l"avresti saputo. La mamma è fuori di se, ci siamo messi a cercarti, ci mancava giusto questo. Dai, non litighiamo, adesso preparo qualcosa di veloce.

KATIA: Mi avete cercata? Ma perché Eshafotovich non vi ha avvertito che sono andata dalla Vika? L"ho incontrato in ospedale.

IL PATRIGNO: Ma quale Eshafotovich? Il corridoio era completamente vuoto, avremmo potuto chiedere giusto alle pareti dove cavolo ti eri cacciata.

KATIA: Si vede che era già andato via anche lui. Scusatemi, non pensavo vi metteste a cercarmi.

IL PATRIGNO: Katia, ma mi prendi in giro? Parli come se non facessi parte della famiglia, come se fossi un"estranea.

KATIA ( a bassa voce, in disparte) E perché, non è così forse?

IL PATRIGNO: Va bhe, dai, ho pochissimo tempo. Andiamo a vedere che riserve di cibo abbiamo. Ah, un"altra cosa-ho portato dall"ospedale gli indumenti da lavare, fai partire la lavatrice quando puoi, va bene?

KATIA: Ho scelta?

IL PATRIGNO: La scelta c"è sempre. Il PATRIGNO sta cucinando, La KATIA lo sta aiutando.

Finita la cena la Katia mette via i piatti. Il PATRIGNO si prepara velocemente.

IL PATRIGNO: Katia, oggi rimarrai a casa da sola. Io vado all"ospedale, spero in Dio che Kirusha non stia peggio, ma non si sa niente, Lena è stravolta, le devo stare vicino. Da li vado direttamente al lavoro, quindi fino a domani sera non ci vediamo. In frigo qualcosa c"è, prepara tu qualcosa, per ogni evenienza lascio i soldi sul tavolo. Non sei piccola, puoi arrangiarti da sola.

IL PATRIGNO VA VIA.

KATIA: Strano, non ha nemmeno urlato oggi, come mai è diventato così buono? Va bene, non importa.

EPISODIO 4

VIKA e KATIA sono nei pressi della scuola.

KATIA (tira la porta): E" chiuso. Speravo andasse tutto liscio come l"altra volta, caspita, che tristezza.

VIKA (bussa alla porta): Cosa dici, c"è ancora Eshafotovich o il guardiano?

KATIA ( guarda attraverso la finestra): Chissà se c"è qualcuno li dentro. Ma che fine hanno fatto?

VIKA: Domani è Natale, probabilmente si son presi un altro giorno di festa. Solo noi vogliamo entrare a scuola durante la vacanza!

KATIA ( guarda le finestre in alto): E adesso come facciamo?

VIKA: Non aver paura, ranocchio,tanto la palude è tutta nostra. Escogiteremo qualcosa. Vorresti combinare tutto oggi?

KATIA: Si, a casa non c"è nessuno, nessuno romperà le scatole facendo le domande stupide, nemmeno a scuola nessuno ci prenderà per i fondelli.

VIKA: Quando hai qualcosa in mente non ti ferma nessuno.

KATIA: Esatto. Sai benissimo come sono, non ti devo spiegare nulla.

VIKA: Cavolo, sta diventando buio. Bisogna decidere cosa dobbiamo fare. Dentro non c"è nessuno mi sa, nessuno ci darà un benvenuto spalancandoci gioiosamente le porte.

KATIA: grazie Capitano Evidenza dei Fatti, meno male che c"è Lei.

KATIA e VIKA fanno il giro attorno alla scuola, guardano.

KATIA: Ho capito! Eshafotovich aveva detto che hanno lasciato la finestra aperta nell"aula di geografia.

VIKA: Ma sei matta? Vuoi salire al primo piano arrampicandoti sul muro? Eri un uomo-ragno nella tua vita passata per caso?

KATIA fa la smorfia a VIKA.

KATIA: C"è la grondaia che passa vicino a una finestra. Se sono fortunata sarà la finestra giusta.

VIKA: E comunque sei forte...Ti ho sottovalutata. Salire al primo piano. Arrampicandosi. D"inverno. Non riesco a dissuaderti, dico bene?

KATIA: Eh già.

EPISODIO 5

Il giardino di scuola. Le bambine si fermano davanti alla grondaia. KATIA guarda in alto.

KATIA: Avevo detto che questa è l a mia giornata.

VIKA: A momenti questa "tua giornata" mi farà venire il tic nervoso, non sarebbe meglio magari lasciar stare? Della serie .....

KATIA ( toglie il piumino): Nooo.

KATIA tenta qualche volta di salire ma ogni volta scivola giù. Alla fine riesce a salire e a spalancare la finestra non chiusa.

KATIA ( a bassa voce): Ce l"ho fatta...

KATIA riesce ad entrare nell"aula dalla finestra a fatica, si avvicina alla lavagna, si ferma.

KATIA: Ecco, manca poco...

KATIA tira fuori dalla tasca il piccolo pezzetto del gesso.

KATIA: Cos"è che mi diceva Eshafotovich? Non sbaragliare ad esprimere il desiderio? Altro che sbagliare! L"unico mio sogno nella vita è non rimanere da sola.

KATIA incomincia a scrivere sulla lavagna ma avendo fatto solamente un trattino si ferma.

KATIA: Quindi non voglio stare da sola, come la Vika. Vuol dire che questo è il mio vero desiderio, non far tornare a vivere papà... Suona il telefono.

KATIA: Allora?

VIKA: E" arrivata la polizia e anche i pompieri. Sembra che abbia scattato l"allarme. Scappa via subito.

KATIA: E tu dove sei? VIKA: Tutto a posto, ho fatto in tempo a nascondermi, non mi ha visto nessuno.

KATIA si affaccia dalla finestra, cercando di capire cosa sta succedendo sotto.

KATIA: Sembra che non ci sia nessuno. Bene... Si sentono i passi nel corridoio in lontananza.

KATIA ( sposta lo squadro dalla finestra alla lavagna). Non voglio essere come loro e pensare solo a me stessa, anche se tu non sei nessuno per me, piccolo moccioso.

KATIA scrive: Vivi, Mostro!

EPISODIO 6

L"aula della geografia, KATIA apre tutti gli scaffali cercando il posto per nascondersi, ma si rende conto che non c"è abbastanza spazio. KATIA ( si gira in continuazione a guardare la porta). Ma com"è possibile, perché tengono tutta questa roba negli armadi?!

KATIA: corre verso la finestra.

KATIA: Caspita, dovrò mica scendere dalla finestra!

KATIA sale sul davanzale e cerca di arrivare alla grondaia.

KATIA: Ecco, manca poco.

KATIA scivola e mentre cade riesce ad aggrapparsi all"infisso.

KATIA (grida): Aiuto! Si sentono i passi della gente che sta correndo nel corridoio, si vedono le luсi.

KATIA: Aiuto! Sto cadendo!!!

Le persone che stanno arrivando buttano giù la porta, entrano di corsa, davanti a tutti c"è il patrigno della Katia, si butta verso la finestra, afferra la bambina per i vestiti e la tira dentro.

KATIA (ha fiatone): Grazie...

IL PATRIGNO ( con rabbia): Chissà come mai non mi sarei aspettato nient" altro da te!

KATIA si accorge che la persona che l"ha salvata è il suo patrigno.

KATIA: E" perché non vuole aspettarsi nient"altro da me. Arriva Vika correndo.

VIKA: Stai bene?

KATIA: Si.

VIKA se ne accorge della scritta sulla lavagna ma la KATIA le fa un cenno con la testa di non chiedere niente.

IL PATRIGNO: Eccoci, una coppietta vincente! (Rivolgendosi alla Katia): Ascoltami tu. Per un mese ti farò respirare a comando. Disgraziata. ( Rivolgendosi alla Vika): Tu sappi che chiamo i tuoi, e te la vedi con loro... Siete due cretine. Avete combinato un sacco di guai, e adesso bisogna sbrogliare la situazione.

IL PATRIGNO esce e parla con i colleghi, ma non si sente cosa dice.

VIKA: Perché hai deciso di cambiare il desiderio? E perché non l"hai detto? L"avessi detto- ti porterebbe in braccio tutta la famiglia, invece adesso sarai punita.

KATIA: Sai, mi sono ricordata le parole di Eshafotovich - diceva che bisogna stare attenti a non sbagliare il desiderio. Mi diceva anche che ti eri spaventata pensando che mi sarei dimenticata della nostra amicizia non appena avrei riavuto una vera famiglia felice. Ho capito che non voglio diventare come loro ( indica il patrigno con il movimento della testa), non voglio dimenticare tutti una volta che sto bene.

VIKA: Va bene, ma perché non gliel"hai detto? Perché non hai fatto vedere la scritta?

KATIA: E cosa avrei dovuto dirgli? Che sono uguale a loro, solamente loro riescono sempre a giustificarsi mentre io secondo loro sono sempre colpevole di tutto? Massi, tanto il castigo sarà mica un ergastolo.

KATIA: Ho un po di paura lo stesso....

VIKA: Si, lo so, ma vedrai che ce la faremo.

KATIA: Anche tu sarai punita per colpa mia.

VIKA: Va bene, sapevo cosa mi aspettava. Siamo sempre nei pasticci io e te. (Aggiunge orgogliosa): Ma siamo sempre insieme. Nell"aula entra di nuovo il patrigno, le bambine rimangono in silenzio.

IL PATRIGNO ( alza la voce): Perché siamo cosi silenziose? Anche davanti alla polizia starete in silenzio? Rispondetemi subito!

KATIA (spaventata, in disparte) Almeno non sono diventata un mostro salvando un altro mostro.

VIKA: ma noi non abbiamo fatto niente di male!

KATIA: Infatti! Ma dov"è Eshafotovich? Volevo chiedere scusa per il disturbo.

Il PATRIGNO: Perché, sai anche chiedere scusa? Tranquilla, durante le vacanze i professori non vengono a scuola. A cosa serve adesso il professore che insegna i mestieri?

KATIA e VIKA si guardano.

VIKA ( a bassa voce) E con chi abbiamo bevuto il tè allora?

KATIA ( a bassa voce) Non è che credo a Nonno Gelo o altri, ma nessuno a parte noi ha visto il vecchio, vero?

VIKA ( a bassa voce) Cosa dicevi dei miracoli?

IL PATRIGNO ( all"entrata) Allora, andiamocene, pasticcione! Chiederemo al direttore di non darvi la punizione. Kirusha sta meglio, già speravo che i problemi si riducessero pian piano e avete combinato tutto questo disastro!

KATIA: Sta già meglio?

EPILOGO Atrio dell"ospedale. KATIA sta aspettando quando scendono la mamma, il patrigno e il fratello. Si avvicina ESHAFOTOVICH.

ESHAFOTOVICH: Sei brava, non ti sei sbagliata.

KATIA: Questo grazie a Lei, anche se mi hanno sgridata parecchio.

ESHAFOTOVICH: bisogna sempre pagare per tutto. Solo le conseguenze fanno la differenza.

KATIA: Probabile...Vika da quel giorno va più d"accordo con i genitori.

ESHAFOTOVICH: Vedi a quante cose può portare un piccolo desiderio. Stai tranquilla, andrà tutto bene anche per te. Bisogna solo imparare ad ascoltare gli altri.

KATIA: Sto cercando, ma loro per il momento ( indica il posto da dove devono scendere la mamma e il patrigno) non vogliono ascoltare nessuno.

ESHAFOTOVICH: Dai tempo a tempo, impareranno anche loro.

KATIA: Posso chiedere una cosa? ESHAFOTOVICH: Perché no.

KATIA: Non riesco a capire chi è Lei? Ma se non esiste? Dicono che il vero Eshafotovich è andato a trovare i nipoti per le feste, è in un"altra città. Ma io e la Vika l"abbiamo vista, abbiamo bevuto anche il tè insieme a Lei.

ESHAFOTOVICH: Decidi tu allora se esisto o meno. Nell"atrio scendono LA MAMMA di Katia, IL PATRIGNO e il fratello. Il bambino corre verso la KATIA.

LA MAMMA: Kirusha, non correre! KIRILL ( si avvicina alla Katia): Ciao! Mi sei mancata tanto.

KATIA: Mi sei mancato anche tu, mostro. (Si china): ma questo non vuol dire la pace.

KIRILL (a bassa voce, in modo che i genitori non sentano): Mai. KATIA e KIRILL sorridono.

KATIA ( si gira guardando dove si trovava Eshafotovich poco fa) E questo...( Katia capisce che sono da soli con il fratello) Niente, non ci far caso, mostro... La mamma e il patrigno si avvicinano ai bambini.

MAMMA: Katia, ma ancora! Non avete fatto in tempo a salutarvi e già offendi!

KATIA ( combinando la zazzera al fratello): Ma il mostro non ha niente in contrario, vero?

KIRILL (ride): Nooo, niente in contrario!

Ioulia Liakh Traduzione


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